Possiamo dire che esistono due Jung? Che Jung presenta il volto delle contrade archetipiche, della leggerezza e della metafisicità della psiche oppure il radicamento della psiche nella terra, l’empiria?
Sempre considerati come due aspetti della psiche stessa, Jung mette maggiormente in evidenza l’uno o l’altro a seconda del contesto e a seconda del momento della sua vita. Questi due percorsi della psiche, nelle opere più teoretiche, sono tenuti insieme, per tentare di coniugare due metodologie storicamente escludentesi e far prevalere l’et-et sull’aut-aut, con uno sforzo concettuale che ha caratteristiche di eccezionalità.
Che ci sia riuscito è ancora materia di dibattito tra gli junghiani.
Trascendenza/Immanenza Immanenza/Trascendenza, che è il titolo di questo numero, vuole sottolineare questo doppio percorso che in Jung è sempre co-presente.
I lettori potranno valutare loro stessi che, anche con percorsi divergenti e con articoli che possono sembrare difformi gli uni dagli altri, e al di là delle inclinazioni personali di ogni singolo autore, esiste un retroterra comune junghiano, che lo stesso pensiero di Jung autorizza: non si dà funzione trascendente se non si concretezza contemporaneamente la materialità della psiche, così come non vi è alcuna materialità fenomenica che non sia contemporaneamente abitata dalla trascendenza. Certamente i due mondi oggi non sono più così distanti come poteva essere decenni fa, quando si rendeva necessario agli epigoni di Jung il rappresentarne il suo vero pensiero. Oggi i molteplici punti di vista sono considerati una ricchezza, se posti in dialogo tra loro. Di questo dialogo è testimonianza questo numero così come tutta l’attività dell’Istituto del CIPA che questo dialogo ha sempre sostenuto e incoraggiato. Nella consapevolezza che, non tanto le certezze occorre cercare, quanto coltivare i dubbi e con questi aprirsi all’avventura della psicoterapia.
Questo numero presenta una novità sotto il nome RICERCHE, l’inizio di una nuova sezione. Molti sono i gruppi di ricerca attivi nell’Istituto e la Redazione ha caldeggiato l’opportunità che alcune linee di ricerca e alcuni risultati possano trovare un proprio posto nella rivista e aprirsi così a un pubblico più vasto che, se interessato, può anche contribuire alla ricerca stessa, sia inviando propri lavori, sia con la propria personale partecipazione agli incontri. Inaugura questa sezione il gruppo di ricerca Il ruolo dell’estetica nella prassi clinica, un gruppo che vede tra i suoi partecipanti alcuni membri della Redazione. Si è voluto con questo aprire una strada che ci auguriamo seguita dai colleghi nei prossimi numeri.
Ma vi è anche un’altra novità: questo è l’ultimo numero in cui ricoprirò la carica di Direttore Responsabile, che è terminata con la fine del mio mandato di Segretaria Scientifica dell’Istituto di Roma e dell’Italia Centrale. Il posto, dal prossimo numero, sarà ricoperto dalla collega Antonella Adorisio, attuale Segretaria Scientifica e alla quale vanno i miei più calorosi auguri.
Non posso però concludere questo editoriale senza i ringraziamenti per questa avventura durata quattro anni. Il mio ringraziamento va innanzitutto a tutti gli autori che, nel corso di questi anni, hanno compreso il valore culturale ed affettivo della nascita di questa rivista e si sono generosamente proposti per la sua realizzazione.
Ringrazio poi particolarmente tutti i membri della Redazione che si sono avvicendati in questi anni, Michele Accettella, Antonella Adorisio, Irene Agnello, Gerardo Botta, Eleonora Caponi, Alessandra Corridore, Gianfranco D’Ingegno, Rosamaria Dragone, Daniela Fois, Roberto Manciocchi, Anna Moncelli, Caterina Romagnoli, Massimo Russo. Senza di loro Quaderni di Cultura Junghiana non sarebbe potuto nascere.
Un mio personale ringraziamento va anche a Daniele Massimi, il nostro Web Designer, che, con passione e competenza, ha sempre offerto una collaborazione ‘creativa’ nella proposta di quelle immagini che fanno parte integrante di questa rivista.
Un ultimo ringraziamento va, infine, ai lettori che, sia che lo abbiano comunicato sia che lo abbiano solo pensato e commentato in solitudine, hanno comunque messo in movimento ‘qualcosa’ che certamente non andrà perduto.
Nell’accomiatarmi auguro a tutti Buona lettura!
Il Direttore Responsabile
Angiola Iapoce
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