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Editoriale

Rivista annuale a cura del Centro Italiano di Psicologia Analitica Istituto di Roma e dell’Italia centrale

QCJ 2014

2014 Numero 3 Editoriale

Editoriale

Quando parliamo del pensiero e delle opere di C.G. Jung parliamo di una ricchezza e di una molteplicità di indicazioni raramente eguagliata da altri pensatori. Parlare di Jung e della pratica clinica legata alle sue visioni teoriche significa affrontare tematiche esistenziali complesse e di difficile risoluzione. Qui risiede la grandezza della sua figura; Jung non si è mai sottratto al compito di guardare, con coraggio e timore insieme, gli aspetti più oscuri della psiche, le sue pieghe più nascoste e incomprensibili. Guardare il mondo dall’ottica della “difformità”, della “mostruosità”, tentare di comprendere, nel senso di chiudere in un abbraccio, l’incomprensibile che è espunto da ogni pensiero razionalizzante. È probabilmente proprio questo che ha contribuito a renderlo “secondario” sul piano della diffusione culturale: il suo messaggio, che pure attraversa molti dubbi, procede attraverso un pensiero che non esita a perdere la propria confortante linearità pur di restare il più possibile fedele alla realtà dei fatti, delle cose per come si manifestano: un pensiero non manipolatorio e pertanto “scomodo”.
Gli autori che hanno dato vita a questo fascicolo partono da questi “inviluppi” del pensiero junghiano e apportano significativi contributi per ampliarne il senso, per indicare nuovi percorsi di significati e di sensi che dialoghino a pieno titolo con la contemporaneità, per rendere alcuni aspetti del pensiero di Jung, che possono risultare oscuri ed “esoterici”, comprensibili al maggior numero di lettori. Una lettura attenta delle sue opere e la rivisitazione del suo pensiero possono offrire squarci di comprensione inaspettati.
Questo terzo numero della rivista si articola intorno a tre sezioni, la prima raccoglie i contributi dei colleghi che approfondiscono alcuni punti, salienti, della teoria junghiana.
La seconda sezione raccoglie alcuni lavori che vanno al cuore delle problematiche e esplorano le aree più primitive e meno differenziate della psiche, con una particolare attenzione a quel motore della vita psichica che sono gli “affetti” e con significative aperture verso l’area dell’indistinzione tra corpo e mente.
Una terza sezione ospita i contributi di filosofe che, pur essendo esterne al mondo psicoanalitico in senso stretto, dimostrano grande attenzione a quei problemi esistenziali che continuamente sfiorano le dinamiche psichiche e sottolineano lo stretto contatto tra psicologia junghiana e filosofia.
Le rubriche “Invito alla lettura” e “Segnalazioni” si occupano del mondo dei libri, un bene ineguagliabile per quell’accrescimento culturale di cui la psiche si nutre.
Buona lettura!

Il Direttore responsabile
Angiola Iapoce

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